Vi racconto una modalità di vacanza decisamente popolare, da provare una volta nella vita
A Venezia fa un caldo torrido. Uscito dalla stazione guardo il ponte di Calatrava. Bello. Poi guardo le valigie che devo portare su scalino per scalino. Maledico l’archistar valenciana e mi faccio forza.
I due pargoli sono indifferenti al clima, alla fatica, alla folla e continuano imperterriti a stuzzicarsi e a litigare per stupidaggini, come se fossero in stanza con l’aria condizionata. Un leit motiv che durerà per tutta l’estate, prevedo.
Arrivo al terminal dove lascio le valigie (le ritroveremo a bordo in stanza) e aspettiamo un bel po’ prima di prendere un traghetto per salire a bordo della motonave MSC Musica.
L’aria condizionata è la prima cosa di cui ho bisogno, seguita da una doccia rinfrescante e un’occhiata dal balcone. In stanza c’è tutto quello che serve per dormire e lavarsi. In quanto famiglia ci hanno assegnato due cabine comunicanti, con balconi e doppi servizi. Più di quanto abbiamo in casa.
Ma abbiamo fame e andiamo al ponte 13 a mangiare al buffet. Ah! Il buffet!! Il cibo è ciò che più resta impresso dei viaggi in crociera, quasi più delle tappe nelle varie destinazioni. Qui mi limito a dirvi che si tratta di qualcosa di mai visto, un all you can eat di ottima qualità, continuo e soprattutto già pagato. Se vi interessa la questione vi rimando al post apposito.
Ogni giorno la nave ferma in una destinazione. La sera, in stanza, viene recapitato un quotidiano interno in cui si trovano tutte le indicazioni per la giornata successiva: la destinazione, l’orario di sbarco e reimbarco, le attività della giornata. Scesi a terra avete due scelte: o partecipate alle (piuttosto care) escursioni organizzate dalla nave, oppure vi arrangiate con taxi, trasporti pubblici. Valutate: in alcuni casi conviene affidarsi all’organizzazione della nave, in altri val la pena arrangiarsi. Dipende dai vostri interessi, da quelli dei bambini, dal budget a disposizione, ma ricordate: il tempo a disposizione è sempre poco rispetto a quello che immaginate, quindi il mio consiglio è di non affollarvi troppo il programma delle giornate a terra, che potrebbero rivelarsi un incubo se mal organizzate.
Tuttavia non c’è l’obbligo di sbarcare: si può tranquillamente scegliere di restare a bordo, i servizi funzionano comunque.
Tra le informazioni del giornale di bordo si trova anche il dress code consigliato per la sera che può essere casual, elegante o di gala. Ma tranquilli, nessuno vi dirà nulla se non lo rispettate. Io ad esempio con una camicia e un pantalone ho fatto gala con delle All Star rosse, e mi sono sentito a mio agio.
Si tratta di serate piacevoli: a cena potete mangiare al ristorante di bordo, se non vi va il buffet. È organizzato su due turni: non pagherete per il cibo, se ci andate, ma vi verrà addebitato una quota fissa per il servizio, che per i bambini è a metà prezzo. Il resto della serata è ben organizzato e ve lo racconto qui.
Al termine del viaggio, dopo una settimana in cui nelle orecchie senti suonare Mare profumo di mareeee, la realtà ti si presenta nella forma sinuosa del ponte di Calatrava con la sua faticosa scalinata. Un modo piuttosto crudo, ma necessario, per rendersi conto che la vacanza è finita.